La Signora Marina Panarese era un Angelo dei Rifugiati e ha deciso di continuare a sostenere UNHCR anche dopo la sua scomparsa, con un lascito nel suo testamento. Grazie alla Signora Lucia, amica di Marina per più di 30 anni e da lei indicata come sua esecutrice testamentaria, proviamo a raccontare chi era Marina ed a capire il perché di questa sua scelta.

 

“Credo che il perché Marina abbia deciso di inserire UNHCR fra le organizzazioni beneficiarie di un lascito nel suo testamento sia molto semplice: l’impegno in prima persona per l’integrazione dei migranti è stata una costante della vita di Marina, a partire dal suo primo lavoro come assistente sociale, negli anni ’70, fino agli ultimi mesi della sua vita.

Con Marina ci siamo conosciute nella scuola elementare dove entrambe eravamo maestre e da allora siamo rimaste grandi amiche. Era una donna piena di energia e proprio in quegli anni ha scelto quella che sarebbe poi stata la sua strada per tutto il resto della vita, l’insegnamento dell’italiano agli stranieri, soprattutto donne e giovani, provenienti dall’Africa, dalla Palestina e dalla Cina. Lo ha fatto in collaborazione con tante organizzazioni, e viaggiando tanto, sia in Africa che in Medio Oriente. Lo ha fatto perché credeva fermamente nell’importanza dell’integrazione delle persone straniere in Italia, a maggior ragione se in fuga da violenza e conflitti nei loro paesi, e credeva che il primo tassello di questo processo di integrazione fosse proprio l’apprendimento della lingua.

Anche una volta andata in pensione, Marina ha continuato a lavorare praticamente a tempo pieno come volontaria. Per lei non era cambiato nulla, come non ha cambiato nulla in lei la malattia che l’ha accompagnata negli ultimi anni della sua vita. Accompagnata e non condizionata, perché, come mi diceva sempre – Io non sono la mia malattia -. E’ andata avanti nel suo impegno con l’energia che l’ha sempre contraddistinta e con una grandissima lucidità, la stessa che l’ha portata alla scelta di scrivere il proprio testamento e prevedere dei lasciti per le organizzazioni a cui era più legata. Anche in quel momento mi ha dato la dimostrazione di essere una donna fuori dal comune. Infatti, un giorno mi ha chiamato e mi ha detto che aveva deciso di vendere la sua casa perché voleva che il ricavato andasse alle associazioni nel modo più veloce possibile dopo la sua morte. Ha donato praticamente tutto quello che aveva in casa ai suoi amici ed a chi ne aveva bisogno e poi ha scritto il suo testamento. Da quel momento in poi l’ho ospitata in una piccola casa che avevo e dopo 5 mesi se ne è andata.

Marina mi manca e ci manca, perché è stata una persona che ha lasciato un segno indelebile nella vita di chi ha incontrato. Tutto quello che ha fatto lo ha fatto senza alcun interesse personale e, forse, anche per questo non ha ricevuto i riconoscimenti pubblici che avrebbe meritato. Ma, sicuramente, proprio per questo ha ricevuto tanti riconoscimenti dalle persone che ha aiutato nella sua vita e che le sono state accanto fino alla fine.”

grazie Marina, grazie Lucia